"Scendere dal pero please..."
Mi pare molto azzardato pensare che le compagnie amatoriali siano considerate dal popolo vigliacco e cencioloso, come mi pare molto azzardato pensare che una compagnia sia meglio dell'altra e viceversa.
Il fine della compagnia amatoriale lo dice il termine stesso e l'amore per il teatro, l'amore per i palcoscenico, in tutte le sue forme.
Se qualcuno quindi si crede di essere attore sbaglia di grosso.
C'è una enorme differenza tra l'essere attore amatoriale ed essere attore, come c'è una enorme differenza tra l'essere ciclista amatoriale ed essere un professionista.
Penso che a volte si faccia un po' di confusione e si pretenda da un amatoriale quello che egli non può dare appunto perchè è amatoriale.
Recitare, fare piazze, girare la provincia, la regione, costa fatica e sacrificio e sudore, diventa quasi un lavoro.
A volte lo si fà volentieri e con gusto, a volte no.
Però, siccome la compagnia amatoriale ha un costo, ha una spesa che deve comunque sostenere, lo si fà punto e basta...Ma non esageriamo.
Noi che facciamo il vernacolo, siamo quelli che di più "soffriamo" questa condizione.
Quelli che recitano in lingua invece questa condizione non la sopportano in quanto recitano nei teatri e comunque vanno pochissimo nelle piazze.
Ma il popolo vigliacco e cencioloso, non vuole l'italiano, vuole il dialetto, intendiamoci, vuole non preferisce.
Inutile chiedersi il perchè così è se vi pare ed anche se non vi pare.
Meglio sarebbe dunque concentrare gli sforzi su chi porta soldi che servono per pagare i vari affitti e le varie bollette perchè credetemi non è che si vada molto lontano con "Essere o non essere" con tutto il rispetto(almeno per il momento).
Non sarebbe forse meglio lasciare i sogni a chi dorme beato...??
F.F.
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